IL GUANTO DELL’INFINITO
Ormai ci siamo. Manca poco e fra qualche giorno
potremo vedere l’arrivo di Thanos
sulla Terra ne Avengers: Infinity war.
Per prepararci al meglio oggi daremo un’occhiata alla
miniserie che ha ispirato il film: Il
guanto dell’infinito!
Pronti? Andiamo!
L’originale miniserie fu pubblicata a puntate nel 1991 per 6 numeri (senza contare i vari
rimandi ad altre serie, i cosiddetti fill-in) e fu orchestrata da Jim Starlin per i testi e da George Pérez ai disegni, fino al numero
4 per poi lasciare a causa dello stress causato dalla mole di lavoro. Dal 5
subentrò Ron Lim.
La serie, in realtà, fu preceduta da un’altra
miniserie The Thanos quest, dove si
narra come il Titano pazzo riesca a
mettere le mani sulle Gemme
dell’Infinito.
Fu la prima parte della cosiddetta Trilogia dell’Infinito, a cui poi
seguirono La guerra dell’Infinito e la Crociata dell’Infinito (di cui,
però, non parleremo).
Per molti è una delle migliori saghe mai pubblicate
dalla Marvel. Ed è così.
Ma di cosa parla?
In pratica la personificazione della Morte resuscita Thanos, dandogli
un compito: dato che, secondo lei,
l'equilibrio dell'universo sarebbe sbilanciato dalla troppa vita, Thanos dovrà
uccidere la metà degli esseri senzienti di tutto l'universo.
Il titano però è innamorato della Morte e
ritiene che se fosse un suo pari lei lo degnerebbe di rivolgersi a lui di
persona (mentre invece lo fa tramite servitori). Perciò la convince a lasciargli
usare il Pozzo dell'Infinito, che gli
permette di localizzare le sei Gemme, che sono in mano a 6 Antichi
dell’universo (esseri che hanno scoperto il segreto dell’immortalità), dicendo che lo aiuterebbero a
svolgere meglio il suo compito.
Thanos, usando astuzia e crudeltà, riesce
a impadronirsi delle Gemme e torna trionfante dalla Morte che, però, ora lo
considera addirittura superiore a lei, e perciò continua a non rivolgersi lui di persona (un due di picche cosmico, in pratica).
Tutto ciò è raccontato in The Thanos
Quest. Ed è da qui che inizia Infinity
Gauntlet.
Arrabbiato per il rifiuto di Morte e
consigliato dal demone Mefisto (che
spera di mettere le mani sulle gemme), Thanos mette le Gemme sul suo guanto
creando così il famoso artefatto e, con uno schiocco di dita cancella metà
della vita nell’intero universo, compresi molti eroi come tutti i Fantastici 4, Devil e parte degli X-men.
Poi crea un planetoide-trono da cui farsi
bello per la sua “amata”, mostrando alcuni suoi trofei: suo fratello Eros, alias Starfox, senza più la bocca e la sua
sedicente nipote Nebula (che diventa
figlia adottiva nei film) ridotta a una specie di zombie.


Arrivano gli eroi (gli Avengers, Hulk, Dottor Strange, Namor,
Wolverine, Wolverine e Ciclope, perfino
Destino ), che però vengono sconfitti facilmente uno a uno e nei modi più
disparati (per esempio tramutati in pietra o rivoltando contro i loro stessi
poteri). Tutto ciò fa parte del cinico piano di Warlock: gli eroi sono solo un
diversivo, mentre poco lontano c’è in attesa Silver Surfer che aspetta il
momento propizio per sfilare il guanto dalla mano di Thanos.
Il momento arriva ma, purtroppo, il titano
se ne accorge e manda in fumo il piano, poi assurge a una forma incorporea,
deciso a evolversi a uno stadio di esistenza superiore, deciso a sostituirsi a
Eternità, personificazione dello stesso creato.
Però, così facendo, lascia il suo corpo
incustodito e permette a Nebula di rubargli il guanto e reclamarlo per sé,
depotenziando Thanos ed esiliandolo nello spazio.
Salvato dal Dottor Strange su richiesta di
Warlock, viene trasportato all’interno della gemma dell’anima dove Warlock gli
rivela che la causa della sua sconfitta, in realtà è dovuta al fatto che
Thanos, dentro di sé sapeva di non essere degno del potere del guanto.
Colpito dalla rivelazione Thanos accetta
di aiutarlo a strappare il guanto dalla mano di Nebula.

Per evitare il carcere Thanos,
apparentemente, si suicida con una esplosione, mentre Warlock reclama per sé il
guanto, con disappunto di tutti.
Due mesi più tardi Warlock compare su di
un pianeta senza nome dove trova Thanos, ancore vivo, che si è ritirato a fare
il contadino e a meditare, giurando di aver lasciato perdere la ricerca del
potere.
La storia ha un respiro epico dall’inizio
alla fine (tipo quando Capitan America
affronta da solo Thanos, ultimo degli eroi rimasti in piedi, e riesce a
colpirlo, prima che l’altro gli distrugga lo scudo fino ad allora
indistruttibile), dando tempo alla narrazione di crescere in intensità e pathos
per prepararsi alle botte vere e proprie, anche se, alla fine, i supereroi
hanno un ruolo più di spalla rispetto al vero antagonista di Thanos, Adam
Warlock, forse la migliore creazione di Starlin, mai così cinico, calcolatore
e, allo stesso tempo, umano.
E anche Thanos ne esce, per assurdo, più
umano e non solo la macchina di distruzione di massa che era stato finora.
Per questo si può perdonare qualche caduta
di stile (tipo Terraxia, la moglie
che Thanos si crea apposta per far ingelosire la Morte, senza funzionare, per
altro).
Un plauso a George Pérez che qui è al suo
meglio (non me ne vogliano i fan di Lim), con disegni che catturano subito
l’immaginazione e scene di massa che riuscirà a riproporre solo diversi anni
dopo, quando disegnerà il mitico crossover Avengers/Justice
League (mito!)
Insomma, una saga cosmica nel vero e più
completo senso del termine, come se ne vedono poche.
Spero che l’articolo vi sia piaciuto e che il film sia
all’altezza delle aspettative. A presto!