LA
TERRA DEI GIGANTI
No, non è un post su L’attacco dei
giganti, il famoso manga, ma su di una
serie televisiva degli anni ’60 approdata in Italia vent’anni dopo.
Storia:
Nel
futuristico 1983 (si vabbé, ma l’ho già detto che la serie è
del 1968?), una navicella suborbitale che fa scalo da Los Angeles a Londra finisce accidentalmente in una nube di
energia e atterra su di un pianeta
simile alla Terra dove TUTTO è, però, ingigantito di 12 volte. Viene subito
raccolta da un bambino gigante e successivamente attaccata da un gatto
ovviamente proporzionato al bambino (!)
Da
quel momento per i 7 protagonisti (4 passeggeri e 3 membri dell’equipaggio)
scatterà una lotta per la sopravvivenza e per riuscire a tornare a casa.
Il problema principale è che la navicella Spindrift (nascosta in un bosco) è gravemente danneggiata e non può
essere riparata con la tecnologia dei giganti (anche se in qualche episodio si
parla, invece, di mancanza di carburante.)
Inoltre
gli indigeni (i giganti) non sembrano molto ospitali con i protagonisti. Il
continente in cui si trovano è retto da un regime dittatoriale (più fascista
che comunista, a quanto mi ricordo) con una tecnologia simile a quella
dell’America degli anni ’50/’60, anche se, nel corso della serie, non mancheranno
gli incontri con dissidenti e ribelli che cercano di rovesciare il regime
Non mancano delle incongruenze in questo mondo di cui non verrà mai
rivelato il nome: pur essendo arretrati conoscono la Terra, Marte e Venere
e, in una occasione, il capitano riesce a intravedere la Terra tramite speciali
visori costruiti dai giganti, che dimostrano
così di avere conoscenze avanzate in alcuni campi per poi essere molto
arretrati in altri. Inoltre conoscono l’inglese e hanno abitudini simili ai
terrestri.
I
protagonisti, inoltre, scoprono che la loro non è la prima navicella che si schianta
sul pianeta, anche se quasi mai vi sono dei sopravvissuti
(Tranne qualche eccezione come nell’episodio Gabbia dorata).
La
serie durò 2 stagioni, per un totale di 51 episodi, e poi venne sospesa per gli
alti costi di produzione, nonostante ci si fosse ingegnati in
ogni modo compreso riciclare sfondi e location da altre serie.
Purtroppo
chiuse senza un finale adeguato, lasciando in dubbio il
destino degli sventurati terrestri.
È una serie che ricordo con particolare
nostalgia, nonostante all’epoca mi
creasse inquietudine e angoscia, e aggiungo che, con la tecnologia di oggi
non sarebbe difficile farne un remake (Così almeno saprò se tornano a casa oppure no.)
Per oggi è tutto. Alla prossima!