sabato 17 novembre 2018

IL MIO STAN LEE


IL MIO STAN LEE

Scrivo queste righe dopo aver meditato alcuni giorni sulla scomparsa di Stan Lee.

 
Alla fine ho deciso che non farò il racconto della sua vita, o della infinita diatriba con Jack Kirby o Ditko sulla paternità dei personaggi su cui hanno lavorato o sul metodo Marvel. Per quello hanno già pensato un sacco di persone più in gamba di me. 
Io racconterò quello che per me ha rappresentato quest’uomo e il suo lavoro, nel bene e nel male, prima che diventasse per i più giovani “quel tipo che compare in tutti i film”.
Stan Lee era riuscito a diventare una icona, un personaggio come quelli da lui creati.
Era riuscito (con intelligenza) a ritagliarsi la parte del nume tutelare della Marvel e, allo stesso tempo una specie di “marchio di qualità”. Era il tizio sorridente che vedevo spuntare ogni tanto qua e là, nei redazionali o nei commenti, o che posava con il manichino dell’uomo ragno, era quello che, nei volumi di ristampe Marvel Masterworks descriveva come aveva creato quel personaggio o quel villain (per poi contraddirsi la volta dopo. Lui sembra fosse fatto così).
Come tutte le persone longeve e ancora attive era diventato “scontato”, nel senso che faceva parte del mondo esattamente come l’aria: c’era già quando mio padre era giovane, c’era quando ero nato, era sempre stato lì, ed era finito per diventare un simbolo più che una persona e quindi, come tutti i simboli, immortale.
E quando invece un simbolo scompare, rivelando la sua fragilità umana è, per forza di cose, uno shock. Una seconda perdita dell’innocenza. Non ci sarà nessun colpo di scena, nessuna entità cosmica a riportarlo indietro. Non si può viaggiare nel tempo con la macchina del Dottor Destino per cambiare il passato. In questo universo il tempo va sempre avanti non si torna indietro.
La morte di Stan Lee, alla fine, è questo, almeno per me: la fine di una lunga adolescenza, di un’epoca fatta di eroi tragici e umani, di cattivi altrettanto umani e convinti di essere vittime.
Ti costringe a venire a patti con la tua età e con i tuoi limiti. Una specie di “memento mori” nerd.
Lascia dietro di sé come eredità una nuova mitologia, archetipi rimasticati ma, allo stesso tempo, nuovi.
Riposa in pace Stan,
uno dei tuoi tanti Veri Credenti.

lunedì 12 novembre 2018

GOODBYE STAN

GOODBYE STAN


                                             R.I.P. STAN "IL SORRIDENTE" LEE

                                                                   1922-2018