Il manuale dei
giovani cultisti
Allora: nel 1995 la Fanucci
editore pubblicò questo libro:
In realtà era stato già
pubblicato nel 1978, da cui l’edizione rivista del ’95. Ho saputo che, in
seguito, ne hanno fatto un’atra edizione nel 2001. Ma avendo io questa, di
questa parleremo.
Chi è appassionato sa cos’è il Necronomicon. Per tutti gli altri
una rapida spiegazione: lo scrittore Howard
Phillips Lovecraft, nel raccontare le sue storie di orrore cosmico, decise
di creare qualcosa che servisse da filo conduttore, che legasse le varie storie
tra loro e allora s’inventò questo libro maledetto, scritto da un arabo pazzo Abdul Alhazred morto in circostanze
misteriose e messo all’indice da praticamente tutte le religioni conosciute per
i suoi contenuti così abominevoli da
portare chi lo legge alla follia. Il Necronomicon, appunto.
Quest’invenzione gli riuscì talmente
bene da uscire dalle pagine scritte e diventare quasi realtà: in pratica
non solo appassionati ma anche studiosi iniziarono a chiedersi se Lovecraft
avesse davvero inventato tutto di sana pianta o se, per caso, non avesse preso
spunto da qualcosa che esisteva davvero…
In ogni caso, nel 1990, un spedizione archeologica
italiana trovò, nei pressi di Kutu Al’Aman
in Iraq, nei pressi del Tigri (dove credo si svolse anche una battaglia) un tempio
sotterraneo a forma di ziqqurat rovesciata dove, alla base, vennero trovati
dei frammenti in lingua sumera di una copia particolare dell’Enuma Elish (racconto del mito della creazione secondo la
mitologia babilonese.)
Ma, una volta decifrate, ci si
accorge che queste tavole (andate perse durante la prima guerra del golfo),
raccontavano una storia un po’ diversa da quella conosciuta dove gli dèi primigei o Antichi(come quelli di H.P.L.?)
invece di finire ammazzati dal dio babilonese Marduk che ne usò i resi per creare il mondo, si ribellano al loro
destino uccidendo il dio e ristabilendo il dominio degli Antichi sull’universo
Tutto molto simile a quanto
raccontato da H.P.L.
Il libro si compone di diverse parti: una avvertenza e
una nota dell’editore dove si parla della misteriosa scomparsa del professor Giovanni Pincus dell’università Sulcitanea;
Una prefazione dove si riassume la storia conosciuta del libro e del ritrovamento
del tempio; una introduzione a cura del professor Venustiano Carranza dell’università di Città del Messico dove si
parla della probabili fonti del libro maledetto, facendolo partire dai miti
delle civiltà mesopotamiche e narrandone i possibili passaggi fino alla
Biblioteca di Alessandria e alla Massoneria egizia (di cui, si dice, ne facesse
parti il padre di HPL).
Poi si passa a descrivere le
divinità sumere cercando di tracciarne
dei parallelismi attraverso la comparazione non soltanto fonetica, ma anche nella
descrizione dei poteri e delle simbologie.
Poi arrivano, infine le
traduzioni delle tavolette di Kutu
e, per ultimo, una raccolta di formule dal Liber
Logaeth un grimorio attribuito a John
Dee, famoso occultista inglese che si pensa sia stato una delle fonti di
HPL.
Che dire? Ognuno è libero di
credere quello che vuole. Io aggiungo solo questo:
l’unico Venustiano carranza che
ho trovato su internet è questo;
Non risulta nessuna Università
Sulcitanea e pertanto, è difficile che esista un professor Pincus.
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