I
CARTONI ANIMATI DI DUNGEONS AND DRAGONS!
Bentornati! Da un po’ di tempo gira
questa pubblicità di un noto marchio di automobili. Date un’occhiata.
Ma chi sono quei tizi? Che mi vuol dire?
E quanti di voi hanno mai giocato a Dungeons
and Dragons?
Bene. Forse i più giovani (ma,
scommetto, anche qualcuno di quelli più agé), non saprà che, negli anni ’80,
quando tutto era più tamarro, venne
prodotta una serie di cartoni animati ispirata al gioco di ruolo più famoso del
mondo!
La serie si chiamava, appunto, Dungeons and Dragons uscì nel 1983 e seguiva le avventure di un
gruppo di ragazzi che, saliti su una giostra al luna park, vengono trasportati
in un mondo fantastico dove devono affrontare le forze del male grazie ad armi
magiche e al loro coraggio e astuzia. Tutto questo viene sempre narrato nella
sigla iniziale che funge quindi anche da riassunto. E questa pubblicità ne
riprende le avventure, dando anche un
finale degno alla storia. Ma di questo ne riparleremo poi.

I protagonisti (ma a questo punto
potremmo anche chiamarli PG) sono:
Sheila
la ladra, dotata di un mantello invisibile;
Bobby
il barbaro, fratellino minore di Sheila, dotato di una clava che
trabocca di energia;
Eric
il cavaliere, dotato di uno scudo antitutto, ricco e
viziato. Lo stronzo del gruppo, per capirci;
Presto
il mago, dotato di un capello da mago da cui può estrarre
qualsiasi cosa, ma che non sa usare bene;
Diana,
l’acrobata. La quota black del gruppo, atletica e dotata di una
staffa che si allunga e accorcia a comando.
E poi c’è la mascotte del gruppo Uni, un piccolo unicorno che si lega a
Bobby e che bela invece di nitrire (ma perché?)

Le avventure sono autoconclusive, con i
ragazzi che cercano in continuazione un modo per andarsene e, mentre lo fanno,
incappano nel Dungeon Master che compare dal nulla, dà loro delle indicazioni
sulla loro prossima missione e scompare, frustrando ogni volta le speranze dei
protagonisti (Fossi stato in loro a un certo punto avrei picchiato il DM con le
stesse armi che aveva fornito loro. Ma non lo hanno mai fatto, forse perché
troppo buoni o troppo fessi.)
L’intera serie ha dei rimandi solo in
parte al gioco di ruolo, a parte qualche mostro iconico tipo il beholder e poco altro. Alcuni dei
ruoli dei PG, in realtà, non hanno un vero corrispettivo (non esiste la classe
dell’acrobata, e il cavaliere non assomiglia per niente al paladino).
In
compenso era ben scritta e prodotta, con alcuni episodi che
aizzarono gli animi di alcuni genitori bacchettoni che accusarono la serie di
eccessiva violenza (è chiaro che ‘sti americani non avevano ancora visto Ken il
guerriero). Tra gli sceneggiatori ci sono anche i padri di D&D, Gary Gygax e Dave Arneson, oppure Paul Dini e Michael Reavers (che
avrebbe avuto successo poi con la serie animata su Batman negli anni ’90) e fu
prodotta oltre che dalla TSR(la casa
editrice di D&D all’epoca) anche dai Marvel
animation studios, che affidò la realizzazione alla giapponese Toei animation (mica pizza e fichi!)
La
serie purtroppo durò sole 3 stagioni per un totale di 27 episodi e rimane senza
un vero finale, anche se in seguito venne pubblicata la sceneggiatura prevista per la puntata
finale, dove si scopre che Venger, in realtà, è il figlio di Dungeon Master
corrotto dalla sete di potere e che riesce a riappacificarsi col padre e con i
ragazzi che hanno la possibilità di scegliere: tornare sul loro mondo o
rimanere a vivere altre fantastiche avventure. (ma col cavolo!)