PALEORECENSIONE:
STARCRASH, LO STAR WARS ITALIANO
Bentornati! In attesa dell’ultimo capitolo della saga
di Guerre stellari, oggi voglio parlarvi di una pietra miliare della fantascienza
italiana, ovvero Starcrash – Scontri
stellari oltre la terza dimensione! Non potete dirvi dei nerd se non
l’avete mai visto.
Uscito
nel ’78, sfruttò l’onda del successo di guerre stellari, anche se
il regista Lewis Coates (ossia
l’italianissimo Luigi Cozzi), sostenne che l’idea era antecedente all’uscita
del film di Lucas.
Comunque sia si
tratto di una produzione importante per la cinematografia italiana, girata negli studi di Cinecittà, mentre
alcuni esterni furono girati in Marocco
e Tunisia.




Però, sorpresa!
L’Imperatore in persona li libera e li recluta per andare a cercare le navette
di salvataggio della nave imperiale abbattuta, su cui era imbarcato anche suo
figlio, il principe.
Quindi i due
avventurieri, accompagnati dal poliziotto dalla faccia verde Thor e dal robot pistolero Elle iniziano a girare per i pianeti
delle Stelle proibite, incontrando Amazzoni alleate col conte e che comandano
robot giganti, pianeti gelati e trogloditi cannibali, e anche traditori e rivelazioni,
fino a ritrovare l’unico altro superstite della spedizione che poi si rivelerà
il figaccione principe scomparso, Raima,
che salva Stella dai cannibali, per poi aiutarla nella battaglia finale con il
conte.
Non vi spoilero il
finale, né altri colpi di scena perché il film VA VISTO. Assolutamente. Ma non perché sia un capolavoro ingiustamente sottovalutato, ma perché è
davvero, davvero, ai limiti del trash, con buchi di trama grossi come buchi
neri, dialoghi scritti con i piedi e, in generale una messa in opera talmente,
talmente… TALMENTE TALE che, più ci
penso, più mi convinco che l’hanno fatto
apposta così.
Dal costume fetish di
Stella, alla non spiegazione dei
poteri di Akton che, diciamocelo, poteva affrontare l’intera avventura da solo,
bendato e con le mani legate, alla recitazione da cani dei comprimari, ai robot
animati a passo uno, tutto contribuisce a renderlo assolutamente unico.
Ma, credetemi, questo film nasconde anche diverse
genialate che andrebbero copiate anche da produzioni più importanti, tipo la fortezza spaziale del conte a forma di
mano artigliata che si chiude a pugno quando viene attaccata(!), oppure la versione spaziale dei “maiali”, ovvero dei
Siluri a Lenta Corsa, quei mini sommergibili a forma di siluro che vennero
usati dalla Marina Italiana durante la II Guerra Mondiale per fare atti di
sabotaggio alle navi nemiche. Quella è davvero una figata! (Per altre
informazioni cliccate su questo link)
Ovviamente,
all’uscita nelle sale tutta questa genialità non fu recepita, e il film fu
stroncato, sia in Italia che all’estero. Forse anche complice il cambio del
distributore, dalla American
International Pictures, che si defilò, non appena visto il prodotto, alla
New World Pictures. Poi, come spesso succede, acquisì popolarità e in parte
rivalutato.
Se riuscite a trovare
il dvd è meglio, altrimenti cliccate QUI.
Per ora è tutto! Vi
auguro Buon Natale e alla prossima!