La
fine è parte del viaggio
Bentornati! Sono passate ormai due
settimane dall’uscita di Avengers
endgame. Bene o male l’abbiamo visto tutti, ma non voglio fare una
recensione, un sacco di gente l’ha già fatta. In questo articolo tirerò le
somme di questi 11 anni del Marvel
Cinematic Universe (d’ora in poi MCU), cosa è stato e cosa ci ha lasciato.
È innegabile che, quando nel 2008 uscì il primo Iron man e, soprattutto, quando comparve Samuel L. Jackson nei panni di Nick Fury nella scena post credit,
nessuno, neanche la dirigenza della Marvel si sarebbe aspettato un successo del
genere. Bè, loro ci speravano, ma era comunque una scommessa. Per un fan,
sentir parlare dell’ Iniziativa
Vendicatori, bé, fu fantastico. Ma
nessuno di noi era davvero preparato a ciò che avvenne in seguito.
Ed è qui che voglio sottolineare una
cosa: quello che è stato fatto con l’MCU
sarà qualcosa che resterà per forza negli annali non solo del cinema, ma anche
della cultura pop. Sto esagerando?
Siamo obiettivi: i sequel e gli spin-off
sono sempre esistiti, certo, ma un
universo condiviso di questa portata no, mai. Una serie di singoli film, che
pellicola dopo pellicola compongono un mosaico articolato, un universo pieno di
rimandi, collegamenti, dinamiche interne, riconoscibile, anche a costo, lo ammetto,
di appiattire alcune storie. Una cosa mai tentata prima.
Questo
implica anche dei passi falsi, degli inciampi. Io
stesso, da fan, sono il primo a dire che non tutti sono dei capolavori e, da
cinefilo, salverei meno della metà dei 22 film fatti finora. Ma se guardiamo l’intera operazione nella
sua totalità, da Iron Man a Avengers:
Endgame, allora non c’è n’è per nessuno. Game, Set, Incontro. Fine della
partita (ahah).
E qui tocchiamo un altro punto: la gente dietro le quinte. Tutte le
migliaia e migliaia di professionisti coinvolti in questo progetto, che sono
cresciuti in numero film dopo film. E,
soprattutto, la necessità di avere qualcuno con le idee chiare, la mano ferma e
le palle d’acciaio. Qualcuno come Kevin
Feige, appunto. Credo che sia lui, alla fine, l’asso vincente di tutta
l’operazione. Senza qualcuno come lui a sovrintendere il tutto, questa cosa sarebbe
naufragata tempo fa. Devo dire che non credo sia stato facile per lui, dovendo
affrontare e risolvere una miriade di problemi come la sostituzione del regista
in Ant Man o il licenziamento (anche
se poi riassunto) di James Gunn.
Ma ha anche calato delle belle carte, a
cominciare dalla scelta di chi avrebbe interpretato quei ruoli. A parte Robert Downey Jr, che era tagliato per
il ruolo di Tony Stark diventando
anche il volto iconico dell’intero progetto, non dimentichiamo il fior fiore di
attoroni che si sono avvicendati nel corso degli anni: Anthony Hopkins, Michael Douglas, Robert Redford, Renè Russo, Michelle
Pfeiffer, Cate Blanchett, Jeff Bridges, Mickey Rourke, e tanti tanti altri.
In pratica mezza Hollywood. Per non contare quelli che ha lanciato, tipo Tom Hiddleston (che, siamo onesti, se
non fosse stato preso per il ruolo di Loki,
oggi dove sarebbe?)
Quindi, ora che siamo arrivati alla fine
di questo arco narrativo(In realtà la conclusione sarebbe con Spider-man: far from home, in uscita
nei prossimi mesi), cosa ci rimane di tutto ciò?
Prima
di tutto che il coraggio paga, insieme a un’ottima
organizzazione.
Riprendendo il discorso su Kevin Feige,
è quello che è mancato alla DC comics.
Andando oltre il mero discorso sulle differenze (più o meno comicità, i
personaggi, ecc.), quello che è
veramente mancato alla DC è stata una visione d’insieme organica e il coraggio
di fare determinate scelte. Se avessero avuto anche loro una persona come
Feige e avessero avuto il coraggio di osare, non nego che il loro universo fumettistico cinematografico avrebbe senza dubbio
rivaleggiato alla pari con quello Marvel, invece di rincorrerlo. Il
fallimento di tutta l’operazione e il loro concentrarsi su film stand-alone,
dove sembrano dare il loro meglio, non fa altro che avvalorare questa
affermazione, come anche altri tentativi simili come l’universo cinematografico
dei Mostri della Universal (La Mummia con Tom Cruise, brrrr).
Poi
c’è da dire che questo primo arco narrativo dell’MCU sarà assolutamente irripetibile,
persino dalla stessa Marvel.
Il perché è chiaro e già ribadito: è
stata la prima volta e, come si sa, la prima
volta non si dimentica(battutaccia, lo so.)
Molte persone erano ragazzini quando
questi film sono iniziati a uscire, sono cresciuti con loro e ne hanno
modellato l’immaginario. L’MCU è stato
il loro imprinting. L’emozione di vedere per la prima volta quei personaggi
in quel modo non si dimentica. Per questo, anche se i prossimi film Marvel Studios
fossero perfetti, e magari vincessero una valanga di Oscar, non sarebbero affatto paragonabili nel
vedere Capitan America che impugna Mijolnir e picchia Thanos e, più tardi
guidare la carica degli eroi al grido di “Avengers uniti!” o la tristezza delle
morti della Vedova Nera o di iron Man.
Occorrerà
attendere che questa generazione sia vecchia, per rivedere qualcosa di simile.
Per tutte queste ragioni, signori e
signore, quello che si conclude quest’anno è qualcosa che dovrà essere segnato
in rosso sul calendario, e i cui effetti non possono essere previsti, nemmeno
con la Gemma del Tempo.
La
fine è parte del viaggio. Iron Man è morto, lunga vita all’MCU.
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