mercoledì 20 dicembre 2017

IL CUGINO, IL TOPO E LA SPADA


IL CUGINO, IL TOPO E LA SPADA

Salve a tutti! In prossimità del Natale ho deciso di fare un articolo su di una storia che proprio sotto le feste di 25 anni fa faceva capolino nelle edicole.
Rullo di tamburi, signore e signori…
TOPOLINO E LA SPADA DI GHIACCIO



In un altro post ho affermato che Waylander dei Drenai fu il mio imprinting con il fantasy. In realtà, se vogliamo, il primissimo contatto avvenne che questa storia, a cui ne seguirono altre tre (anche se la quarta, del ’94, non era un granché), pubblicate tutte sotto le feste.
Scritta e disegnata dal grandissimo Massimo de Vita pesca a piene mani da moltissime fonti: non solo Il signore degli anelli, ma anche i miti nordici, Shannara, e anche un po’ di Guerre stellari (La maschera del Principe delle nebbie, non ricorda quell’altra?).
Di cosa parla per quei poveretti che non la conoscono?
Narra delle terre dell’Argaar, un mondo oppresso dal giogo del perfido Principe delle nebbie. Secoli prima era stato sconfitto da Alf, mitico guerriero proveniente dalla dimensione di Iperborea, grazie alla Spada di ghiaccio che lo ridusse a un’ombra ambulante.
Ma ora il principe è tornato, e con lui le malefiche creature cavalcate dai suoi sgherri e le illusioni che può generare, anche a grande distanza.Il pacifico popolo degli Uli va a chiedere aiuto dal saggio Yor, una sorta di Gandalf che vive in un castello pieno zeppo di congegni e apparecchi ultratecnologici, memorie di un passato lontano e avanzato. Il Natale si sta avvicinando e così anche il tributo per il tiranno. Suggerisce di ricontattare il mitico Alf tramite il piatto degli Zoltan, un vettore dimensionale che si guida col pensiero e un diapason di cristallo.
A guidarlo, scelto dal caso, è il pavido e nasuto Boz che, per errore, capita nel giardino di Topolino. Costui, insieme a Pippo sta addobbando l’albero. I due ascoltano increduli il racconto del viaggiatore dimensionale per poi aggrapparsi al vettore quando Boz riparte e finire tutti e tre nell’Argaar.
Qui, supplicato da un disperato Boz, Pippo (perché è il più alto!) si fa passare per il Cugino di Alf, titolo che porterà poi anche in seguito.

Lui e Topolino, istruiti da Yor, saranno allora investiti dell’onere di ritrovare la Spada di ghiaccio e usarla per sconfiggere una volta per tutte il Principe delle nebbie.
Accompagnati da Boz (arruolato a forza) viaggeranno per le incredibili terre dell’Argaar, tra trappole del nemico, agguati, regine maliarde, elfi, giganti stupidi e ingordi, troll che assomigliano più a Robin hood che a mostri, scoprendo che Pippo, grazie al suo naturale scetticismo, è l’unico a poter affrontare i poteri mentali del nemico (“Non ci credo!” sarà la sua arma più potente), fino all’inevitabile lieto fine e al ritorno a casa giusto in tempo per festeggiare il Natale con gli amici.
La spada di ghiaccio avrà altri tre seguiti: Il torneo dell’Argaar, Il ritorno del Principe delle nebbie nel 1983 e ’84 e La bella addormentata nel cosmo nel ’94 (episodio superfluo, secondo me).
Storie tutte pubblicate e ambientate sempre sotto le feste di Natale.
È una storia che non ha niente da invidiare ad altre molto più blasonate, per profondità, ricchezza, inventiva, epicità e un tocco di umorismo fenomenale (il cartello: “Inserire qui la spada di ghiaccio” su tutte).
Per non parlare poi del fatto che, per una volta, si invertono i ruoli: Pippo è l’eroe e Topolino la spalla, in una inversione che aumenta da un lato sia l’epicità che il divertimento.
In pratica, alla fine: Jon Snow fatti da parte, arrivano l’invincibile Cugino di Alf e il suo amico dalle orecchie a parabola!

2 commenti:

  1. Comprata in volumetto speciale la trilogia qualche anno fa e tuttora mantenuta sotto teca... il quarto episodio è davvero banale e deludente, tanto da sembrare apocrifo. Saluti da Zaccaria Braccio di Pietra

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  2. Sì, in effetti il quarto se lo potevano anche risparmiare, tanto sembrava fuori luogo e "appiccicato", se mi passi il termine.
    Non so cosa sia passato loro per la testa.
    Comunque, grazie e buon 2018, Zaccaria.

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