lunedì 20 dicembre 2021

IL TEMPIO SOTTO IL MONDO!

Ebbene sì, l’ho fatto di nuovo.
Ho scritto un nuovo libro e fra poco verrà pubblicato! Il titolo è Il tempio sotto il mondo e sarà un’avventura frenetica sopra e, soprattutto sotto una città liberamente ispirata alla Bisanzio romana, uno sword & sorcery con una spruzzata di Lovecraft, che non guasta mai. È pubblicato dalla Delos Digital nella collana Heroic fantasy Italia, e sarà disponibile solo in e-book, per tutti i principali supporti.
Non mancatelo!

Questa è la quarta di copertina, giusto per ingolosirvi:
Andronico, Hektor e Zoe, tre fratelli appartenenti a una stirpe di artisti e giocolieri, inseguono il misterioso assassino che ha sterminato la loro famiglia. La ricerca li porta a Tiranzio, la capitale dell’impero, dove sono invischiati negli intrighi che coinvolgono la famiglia imperiale, un influente senatore, il gran sacerdote del Dio Bifronte e il suo perverso nipote. Inseguiti, costretti a rifugiarsi nelle fogne, i fratelli scoprono che sotto la città imperiale ce n’è un’altra, invisibile: una rete di cunicoli, gallerie, sale sotterranee dove si intrecciano intrighi politici e orrori ancestrali. E in fondo al labirinto c’è l’ombelico del male: il famigerato Tempio sotto il mondo. Tra assassini e cultisti, umani mutati e mostri arcaici, i tre fratelli dovranno ricorrere a ogni grammo di coraggio, fantasia e fortuna per rivedere la luce del sole.

domenica 18 aprile 2021

PALEORECENSIONI: JUSTICE LEAGUE 1979

PALEORECENSIONI: JUSTICE LEAGUE 1979
Bentornati! Ora, tutti stanno a fare i fighi commentando e recensendo la director’s cut di Zack Snyder Justice League, però noi di Cronache del necchio nerd (noi nel senso di plurale maiestatis, visto che sono solo io), rimanendo fedeli a noi stessi vi proponiamo la paleorecensione di una vera chicca: la Justice League del 1979! In realtà non si chiama così e non è un vero e proprio film da cinema, ma uno speciale tevevisivo in due parti trasmesso sul canale statunitense NBC il 18 e 25 gennaio 1979 chiamato Legends of the Superheroes. È basato sulla serie animata dei Superamici (ve la ricordate?) della premiata ditta Hanna-Barbera ed è interessante perché riunisce tre membri del cast dello storico telefilm di Batman del ‘66, ossia Adam West (Batman), Burt Ward (Robin) e Frank Gorshin (L’Enigmista) nei loro rispettivi ruoli. (A proposito, di recente su Rai 4 ripropongono l’itera serie. Dategli un’occhiata.) La prima parte, chiamata The Challenge, si apre con la Legione del Destino riunita in un’isola sconosciuta intenti a pianificare il dominio del mondo. Sono presenti Solomon Grundy, Sinestro, il Dottor Sivana, Mordru, Giganta, l’Enigmista e il Mago del Tempo. Poi ci si sposta al Palazzo della Giustizia dove la JL nelle persone di Batman, Robin, Flash, Lanterna verde, Black Canary, Cacciatrice, Hawkman e Capitan Marvel, festeggiano il pensionamento di un poco lucido supereroe, Scarlet Cyclone (creato apposta per lo show).
La festa viene interrotta dalla Legione del Destino che annuncia di aver nascosto in un luogo segreto una bomba, e gli eroi devono seguire degli indizi per trovarla. In realtà è tutto un piano della legione per indurre gli eroi a bere una pozione creata da Mordru. Nonostante perdano i poteri, riescono a fermare la legione, disinnescare la bomba e ottenere di nuovo i loro poteri. La seconda parte si chiama The roast e, in pratica, si tratta di una serie di sketch che coinvolgono i supereroi come una intervista alla coppia felice Atom e Giganta (!) e la presentazione del nuovo supereroe di colore Ghettoman (!!!). (Cosa che, a farlo oggi provocherebbe il rogo degli studi televisivi da parte dei manifestanti. All’epoca sembrava solo una cosa simpatica. E lo dice uno che odia l’eccesso di politically correct.)
In conclusione è uno show simpatico, chiaramente ispirato, come ho scritto all’inizio, ai cartoni animati dei Superamici, quindi più indirizzato ai più piccoli. Quindi, lo dico per i fan DC dell’ultima ora cresciuti a pane e Christopher Nolan o Zack Snyder, non scandalizzatevi se troverete scene come quella di Lanterna Verde che incontra Sinestro travestito da zingara che legge la mano (!) oppure Batman e Robin appiedati alle prese con un rivenditore d’auto.
Gli effetti speciali sono chiaramente di altro livello rispetto a quelli odierni, non solo per motivi tecnici ma anche per il budget non altissimo. Però, se siete fan DC o dei fumetti in generale, non eviterei di dare una occhiata su youtube per recuperare le varie clip, anche solo per curiosità. Se siete curiosi potete vedere alcune clip QUI QUI QUI Alla prossima!

venerdì 25 settembre 2020

CRONACHE MUTANTI DA EDICOLA

 CRONACHE MUTANTI DA EDICOLA

Qualche anno fa (credo che fosse il 1994. Oddio quanto sono vecchio…), mentre facevo zapping in televisione vidi la pubblicità di una collezione a fascicoli edita dalla Hobby & Work.

Prometteva in 30 numeri, un gioco da tavolo e una intrigante avventura ambientata in un cupo mondo tecno-fantasy: quello di Mutant Chronicles.

Di cosa parla questa ambientazione?

                                    

Alla fine del ventitreesimo secolo la società era dominata da quattro megacorporazioni mercantili: l'americana Capitol, la teutonica Bauhaus, la nipponica Mishima e la britannica Imperial. Si erano in pratica sostituite ai governi nazionali sostenendo miliardi di persone offrendo loro lavoro, cibo, protezione, assistenza medica. Il problema è che la loro lotta incrociata (non solo commerciale) aveva inaridito il suolo terrestre ed esse si dedicarono quindi alla ricerca per la colonizzazione dello spazio. La Terra venne abbandonata e vennero colonizzati prima la Luna poi gli altri pianeti del sistema solare, che vennero tutti terraformati, e la fascia degli asteroidi. Quando la colonizzazione era ad un punto avanzato l'Oscura Simmetria iniziò a dilagare. Incubi terribili colpirono la popolazione, le macchine guidate dalle IA si ribellarono, il sistema creditizio crollò e le lotte tra le corporazioni ripresero dando l'inizio alla Prima Guerra Corporativa. Arrivò poi il Primo Cardinale a fondare la Fratellanza, una specie di religione o chiesa universale i cui appartenenti sanno padroneggiare le Arti Mistiche, un misto di arti arcane e poteri psionici. La Fratellanza riappacificò le corporazioni e diede speranza all'umanità contro le orde del male. Venne fondata l'Alleanza, un organismo che rappresentava le corporazioni e doveva aiutarle a risolvere gli screzi pacificamente. Gli Imperiali, però, si spinsero oltre Plutone, scoprendo Nero, il Decimo Pianeta. Appena sbarcati sul nuovo pianeta che volevano colonizzare il Primo Sigillo di Protezione venne spezzato e le orde dell'Oscura Legione, guidate dai suoi Apostoli, dilagarono. La Fratellanza, al fianco di ogni corporazione, diede vita ad un fronte unito che sconfisse l'Oscura Legione. Dopo mille anni le corporazioni dimenticarono tutto e ripresero a darsi battaglia. Iniziò la Seconda Guerra Corporativa e sorse una nuova corporazione, la Cybertronic, che costruì nuove Macchine Pensanti. In questo caos l'Oscura Legione ha ripreso la propria attività e guadagna terreno.


                                         


Fatto?

Per me era abbastanza. Corsi nella mia edicola di fiducia e prenotai tutte le uscite (cosa che non avevo fatto prima e che non rifeci più. Anche perché CHI è mai riuscito a completare la raccolta dei fascicoli in edicola su di un qualsiasi argomento? Chi?) Ora, cosa trovai in quei fascicoli? Innanzitutto c’era, a puntate, il romanzo Luna City e il gioco da tavolo Blood Beret (da ritagliare). Inoltre c’erano molte voci della Mutantpedia, che ampliavano e approfondivano alcuni aspetti dell’ambientazione. Tutto illustrato dal famoso disegnatore Paolo Parente.

Si aprì un nuovo mondo. Cupo, oscuro e cinico, certo, ma affascinante, in bilico tra fantascienza e fantasy, avventura epica e intrighi noir. Certo, il romanzo, a rileggerlo oggi non era il massimo, anche se faceva il suo dovere per intrattenere, ma l’ambientazione nel suo complesso mi piaceva e ne rimasi affezionato.

Col gioco da tavolo, invece, non feci molte partite. In pratica si doveva guidare una squadra di Imperiali contro le truppe dell’Oscura Simmetria sopra e sotto la superficie terraformata di Venere, con un intelligente sistema di plance da gioco double face che potevano essere sistemate in modo da avere sempre un tabellone nuovo a ogni partita e con un sistema che permetteva a chi controllava l’Oscura legione di poter saltare fuori all’improvviso e a mantenere alta la tensione grazie a falsi segnali sul radar degli eroici difensori dell’umanità. Si potevano giocare 3 o 4 scenari diversi, compreso uno scontro con i militari della fazione avversaria della Bauhaus, il tutto regolato con un unico dado da 20 facce.

                              

                  


Come ho detto col gioco in sé non feci molte partite, anche se potei riciclare le plance da gioco per le mie partite a D&D (si prestano benissimo.)

              


                                         



                                                                                   

Più tardi scoprii l’esistenza del gioco di ruolo, quello di carte e del gioco di miniature, Warzone ma, per mancanza di tempo e di persone, rinunciai a procurarmeli (tranne quello di carte). Eviterò di parlare del film, uscito qualche anno dopo perché è una cagata immane e minò la mia fascinazione per questa ambientazione. Col tempo passai oltre, e ammucchiai tutto in soffitta. Però rimane una bella testimonianza di una iniziativa che aiutò, almeno a me, ad ampliare gli orizzonti del fantastico.

Alla prossima!

 

domenica 3 maggio 2020

KADATH, UN SOGNO DA INCUBO


KADATH, UN SOGNO DA INCUBO

Bentornati!

Un demone dorato dagli occhi di insetto si erge tra le fiamme di una città, dinanzi a una donna di colore seminuda e in ginocchio che guarda verso di voi. Questa immagine che non c’entra un accidente con il contenuto ( XD ) è stampata sull’edizione economica in mio possesso dell’opera di Lovecraft che amo di più insieme a Alle montagne della follia.

Sto parlando di Kadath o The unknown Kadath, che aprì, per me, le porte a una delle invenzioni più incredibili del solitario di Providence che ho mai incontrato finora: le Dreamlands, le Terre del sogno condivise, una realtà parallela visitabile soltanto in sogno, appunto, ma vere e reali come il nostro caro, vecchio pianeta Terra.

La ricerca onirica dello sconosciuto Kadath si inserisce nel cosiddetto Ciclo dei sogni che contiene altre opere e racconti come La deposizione di Randolph Carter e La chiave d’argento. Ma oggi parleremo soprattutto di questo libro.

La storia si apre con Randolph Carter che sogna in continuazione una bellissima città immersa in un perenne tramonto. Peccato che ogni volta che cerca di scendere dal terrazzo in cui si trova per esplorarla questa scompaia.

Allora, essendo un esperto viaggiatore del mondo dei sogni decide di avventurarsi nelle Terre del sogno (Dreamlands, in originale), una realtà parallela in cui ci si può arrivare, appunto solo in sogno, attraverso quello che è, in pratica, un sogno consapevole o sogno lucido (vedi onironautica), per arrivare alla mitica Kadath, dove si dice dimorino i Grandi Antichi, per chiedere a loro la strada per la bellissima città dei suoi sogni.

Qui inizierà un viaggio picaresco attraverso quelle terre incontrando vecchi e nuovi amici, insospettabili meraviglie e, soprattutto, orrori (stiamo pur sempre parlando di Lovecraft, no?) che si nascondono dietro le pieghe di quel mondo dalle atmosfere in apparenza fantasy, fino ad arrivare a un confronto addirittura con uno delle terribili divinità lovecraftiane.

Compaiono, inoltre i mostri chiamati Magri notturni (Night Gaunts), che infestavano gli incubi di Lovecraft fin da bambino, forse in un tentativo di esorcizzarli e riferimenti ad altre opere come Il modello di Pickman

Come scritto sopra è una delle storie di HPL che ho amato di più forse perché, come scritto sopra, si discosta un po’ dalle solite atmosfere (ma neanche tanto, alla fine), e poi perché mi ha sempre affascinato il mondo onirico e le use implicazioni filosofiche e scientifiche.




Inoltre è incredibile come, in una storia tutto sommato breve, sia riuscito a ricreare un mondo completo e tridimensionale quando oggigiorno se autore non riempie un tomo di milleduecento pagine solo con la descrizione del mondo si sente un fallito.

Voglio anche sottolineare che in questa storia emerge molto il lato gattofilo di Lovecraft, un lato che di solito non è molto conosciuto.

HPL amava molto i gatti. Secondo un aneddoto raccontato da Paul Cook, un giornalista amico di HPL, lo scrittore era rimasto ospite a casa sua, e al momento di andare a dormire si trovava in poltrona con il gatto di Cook sulle ginocchia.

Il giorno dopo, al mattino, Cook trovò Howard seduto nell’identica posizione in cui lo aveva lasciato la sera prima, quando era andato a dormire. HPL aveva gli occhi stanchi ma la testa eretta e il micio, evidentemente, non si era mai mosso dal suo grembo.

“Buon Dio. Non sei andato a letto?” esclamò l’uomo, ovviamente stupito.

“No”, rispose Howard, “non volevo disturbare il gatto!”

Inoltre, cosa fondamentale, Carter è il vero e proprio alter ego di Lovecraft con cui condivide molte caratteristiche, oltre la passione per i gatti, con l’unica differenza che Carter rimane molto più propositivo e intraprendente di HPL.

Parlando dal lato tecnico, la storia è scritta nel tipico stile di Lovecraft, molto descrittivo e con pochissimi dialoghi diretti, cosa che potrebbe far storcere il naso a qualche lettore più avvezzo allo stile moderno (ma, d’altronde HPL è fatto così, prendere o lasciare).

A questi posso solo dire che la brevità del testo, tutto sommato potrebbe essere un incentivo per dargli un’occhiata.

Per tutti gli altri che se ne fregano dico che, secondo me, è una lettura obbligata se siete appassionati di HPL, anche se magari preferite alla fine altre sue opere.


Un’ultima nota: anche le Dreamlands divennero un modulo di avventura per il gioco di ruolo Il richiamo di Cthulhu, edito dalla Chaosium, con tutta una serie di regole a parte per i viaggiatori onirici.

Alla prossima!











mercoledì 15 aprile 2020

GLI IMPOSSIBILI!


GLI IMPOSSIBILI!

 
Bentornati!

Oggi parleremo di un trio di eroi ingiustamente sottovalutato, che avrebbe davvero meritato una saga come Gli Avengers, gli X-Men e la Justice League.

Sto parlando de Gli Impossibili, cartone animato prodotto dall’ineffabile duo Hanna-Barbera.

Questo trio compare nello spettacolo chiamato. “Frankenstein Jr e Gli Impossibili”.

 
No, non quel Frankenstein Jr, il capolavoro della comicità di Mel Brooks con Gene Wilder e Marty Feldman. Parlo di un robottone con tanto di maschera e mantello a mimare un supereroe costruito dal professor Conroy per suo figlio Buzz. Il ragazzino lo controlla tramite un anello e insieme a lui vive emozionanti avventure (tipo uper robot 28, se non mi sbaglio.)

Insomma erano episodi di circa mezz’oretta con un episodio di questo robottone in mezzo a due episodi di questo trio di eroi della durata di circa 7 minuti (un sandwich, in pratica).

Furono trasmessi negli USA dalla CBS il sabato mattina dal settembre ’66 al gennaio ’67 mentre in Italia arrivarono sulle reti locali qualche anno dopo, nei ruggenti anni ’80.

L’identità segreta degli Impossibili è quella di una rock band che fa il verso ai Beatles, che allora erano all’apice del successo, tanto che un canale concorrente era riuscita a mettere in cantiere una serie a cartoni animati dedicata ai Fab Four che riscuoteva un certo successo.

Dicevamo, i nostri eroi si ispiravano ai Beatles (ma senza Ringo, con buona pace dei Pinguini Tattici Nucleari), e si spostavano da un concerto all’altro a bordo di una decappottabile trasformabile in pedana e aereo (ne voglio una!).

Però, quando saltava fuori il cattivone di turno, ecco allora che da un display in cima al manico di una delle chitarre (genialata!) si palesava il loro capo Big D che li instrada verso una nuova missione contro avversari sempre più bizzarri.

I nostri eroi sono, secondo come recita la sigla:

Coil Man: “Solo chi è folle sfida le sue molle”

Biondo, basso e grassottello, si trasformava in un uomo-molla col costume viola, con le molle al posto di braccia e gambe che gli permettevano di effettuare grandi salti e colpire i nemici a distanza.

 

 
 
Fluid Man: “Celata in una goccia la forza di una roccia”

Moro e belloccio, aveva il potere di trasformarsi in liquido. Costume verde chiaro con una bella F viola sul petto, pinne e maschera da sub compresi nel prezzo, Fluid Man era in grado di infiltrarsi (ahah) attraverso le fessure, mescolarsi nell’acqua di una fontana e poi ricicciare fuori a sopresa mollando un pugno (tipo Hydro man, un nemico dell’Uomo ragno, pardon Spider-Man).

 
 
Multi Man:“È a capo di un plotone, la furia di un ciclone”

Confesso che era il mio preferito. Zazzera rossa che nemmeo il costume nero e rosso copriva e dotato di uno scudo con sopra una bella M, Multi man era in grado di moltiplicarsi all’infinito (tipo l’Uomo multiplo della Marvel), fornendo il vantaggio del numero contro i nemici e fornendo anche aiuto, se serviva per i lavori pesanti.

Le trame, ovviamente, non erano particolarmente complesse, e con la violenza abbastanza trattenuta per non incorrere nell’ira dei genitori (ma almeno ci risparmiavano il pistolotto educativo che andò di moda negli anni ’80, vedi articolo precedente.)

Nonostante siano durati poco, rimasero comunque nel cuore di molti tanto che, qualche anno dopo, Hanna-Barbera riutilizzò in maniera abbastanza sfacciata il concept per un altro gruppo di supereroi i Super Globe trotters (sì, lo so cosa state pensando, l’ho pensato anch’io)

Ho anche scoperto che la DC, in anni recenti, li riutilizzò in una miniserie al di fuori della continuity

 
Concludendo: sarà l’effetto nostalgia ma a me, Gli Impossibili sono sempre rimasti nel mio cuore, insieme a tanti altri eroi minori che hanno accompagnato la nostra infanzia e mi piacerebbe davvero un revival una nuova serie, ora che i supereroi sono stati definitamente sdoganati.

Tutti per uno, non ci batte nessuno!






lunedì 30 marzo 2020

CENTURIONI A CARTONI


CENTURIONI A CARTONI

 
Bentornati! Visto che la quarantena continua, continuiamo anche con la carrellata dei cartoni anni ‘80/’90 semi dimenticati.
Oggi ci occuperemo di Centurons: Power Xtreme, conosciuto in Itala solamente come Centurions, altra serie nata soprattutto per vedere i pupazzi… pardon le action figures.
Di cosa parla? Parla di una unità speciale di un futuro prossimo impegnata nella lotta contro il malefico cyborg Doctor Terror, il suo braccio destro Hacker (che non usa computer, li sfascia e basta), la fascinosa figlia dello scienziato, Amber, l’unica del trio a essere senza innesti cibernetici (e meno male.), supportati dall’esercito di robot assassini creati da paparino e che sembrano disegnati da un bambino di 4 anni, per quanto sono inguardabili.

Tutti i membri dell’unità Centurions sono dotati di speciali tute (chiamate exo frames) predisposte con degli agganci per innestare armi ed equipaggiamento alla bisogna. I membri originali sono, secondo la voce narrante che si sente durante la sigla iniziale:

Max Ray: "Il generoso comandante delle operazioni marine" - Indossa una power suit verde e porta un bel paio di baffi neri. È il leader della squadra e il suo sistema di armi è prevalentemente rivolto alle missioni subacquee trasformandolo in una specie di sottomarino umano.





Jake Rockwell: "Il rude specialista delle operazioni terrestri" - Indossa una power suit gialla.  È specializzato nelle missioni terrestri e il suo sistema di armi ha una potenza di fuoco superiore rispetto a quelli dei suoi colleghi trasformandolo in una specie di carro armato. A volte può dotarsi di un piccolo elicottero che sfrutta nel combattimento aereo, di solito assistito da Ace.

Ace McCloud: "Lo spericolato esperto delle avventure spaziali" - Indossa una power suit blu. È un donnaiolo, arrogante ma coraggioso. Si trasforma in un caccia umano. Ha a disposizione anche un equipaggiamento appositamente progettato per le battaglie nello spazio.

Successivamente a loro tre si aggiungono altri due elementi:
Rex Charger: esperto di sistemi energetici e John Thunder: pellerossa (pardon: nativo americano) esperto nelle operazioni di infiltrazione e quota etnica di turno.

E la quota rosa? Tranquilli, c’è.
Si tratta di Crystal Kane, supervisore alle operazioni che vive in un satellite, lo Skyvault, in compagnia di un orango e di un cane (niente battute, per favore). Qui fa la Miwa di turno (avete presente Jeeg Robot? Non il film con Santamaria, l’anime originale: “Miwa, lanciami i componenti”. Capito, no?), equipaggiando al momento i nostri eroi con l’attrezzatura adatta alla missione, grazie a una specie di raggio che spara i componenti, appunto, e indirizzandoli verso i bersagli.

La serie venne trasmessa negli USA nell’86 prodotta dalla Ruby-Spears che poi venne assorbita dalla Hanna-Barbera. Tra i cartoni prodotti c’erano anche quelli su Scuola di polizia e Rambo (Su cui forse potremmo fare qualche articolo in futuro.)

La serie durò per 65 puntate, divise in 2 stagioni prima di venire cancellata nonostante avesse udite, udite, tra i consulenti creativi qualche mostro sacro: Jack “The King” Kirby, colui che, insieme a Stan Lee creò mezzo universo Marvel Gil Kane (Morbius, Iron Fist, lanterna verde), mentre Gerry Conway (The Punisher) firmò la sceneggiatura di alcuni episodi.

 
 
 
 
 
 
Come molte serie action dell’epoca anche questa aveva il pistolotto moral-educativo alla fine dell’episodio (ancora mi ricordo quelli dei Masters of Universe. Brrr) obbligato dato che, per la morale ‘mmericana anche un cartone leggero e innocuo come quello era troppo violento e quindi serviva qualcosa per fare da contraltare.

Ma, come ho scritto sopra, la serie non ebbe il successo sperato nonostante le premesse, un buon ritmo, alcuni episodi ben scritti, la creazione di un fumetto edito dalla DC e un videogioco per computer rilasciato, però, l’anno dopo.

 
 
 
 
 
Tutto sommato è una chicca che vale la pena recuperare, che intrattiene senza pretese, sempre se si passa sopra il design dei cattivi.
Intanto vi lascio con la sigla: https://www.youtube.com/watch?v=Q3xZhxrd3Eg

Alla prossima!