NON
SOLO CONAN
Robert
Ervin Howard (REH
d’ora in poi perché sono pigro) è conosciuto in genere, preso il grande pubblico,
per il personaggio di Conan il barbaro
e un po’ meno(molto ingiustamente) per il personaggio di Solomon Kane (a cui il film
del 2009 con James Purefoy non ha reso un gran servizio, secondo me).
In realtà solo gli appassionati sanno che REH fu un autore molto prolifico che sfornò
centinaia di racconti attraversando molti generi(compreso il western).
Questa raccolta, traduzione di una raccolta americana, ne
raccoglie alcuni, scelti in modo da dare una panoramica della sua produzione.
Dopo una prefazione, la
trascrizione dell’orazione funebre per REH scritta da Howard P. Lovecraft in
persona e un ricordo di Hoffman Price, si parte in quarta con l’opera che
dà il titolo al volume: Skull Face,
Faccia di teschio(non c’entra niente Skeletor dei Masters of the universe).
In questo romanzo breve troviamo Stephen Costigan, un tossicodipendente dedito all’hashish, finire
nel mezzo di un complicato intrigo internazionale che ha come scopo il crollo
della civiltà occidentale e che ha origine in un lontanissimo passato, in una
certa città sprofondata nel mare, e combattere l’abominevole essere noto
appunto come Skullface…
Da sottolineare capitolo è aperta da una citazione di
scrittori come Poe e Chesterton.
Continua poi con Testa
di Lupo, che rivisita il mito del licantropo in un contesto africano e
presenta la tormentata figura di De
Montour. Fu questo uno dei primi lavori di REH, che lo fece conoscere al
grande pubblico.
Vermi
della terra, Sovrani della notte e L’uomo scuro,
invece appartengono al cosiddetto Ciclo
Celta, i cui protagonisti sono Bran
Mak Morn, re dei Pitti, Cormach Mc Art e Turlogh O’Brien, detto il Nero e
sono un bell’esempio di fantasy storico,
ambientate nelle isole britanniche durante il crepuscolo dell’impero romano, e
narrano la lotta dei Pitti contro le legioni mescolando storia e sovrannaturale
molta perizia.
Inoltre contengono forse l’unico crossover con uno degli
altri incredibili eroi creati di REH, quel Kull
di Valusia che servirà poi da modello per Conan.
Il
tumulo sul promontorio, anche se è associato al ciclo celta, è
ambientato, invece, in epoca moderna anche se continua a parlare dello scontro
tra culture.
Il
giardino della paura e La valle del verme, invece
appartengono all’originale ciclo di James
Allison. Questo ha un assunto interessante: il protagonista, Allison,
immobilizzato a letto da una non spiegata malattia, ha il potere di poter vedere tutte le sue reincarnazioni, non solo
passate, ma anche future. Come dice lui stesso (cit.): “dal primo vagito
mugolante di un cucciolo di scimmia fino al grido di morte dell’ultimo prodotto
degenerato della civiltà finale, in un’era futura indistinta e inimmaginabile”.
Il ciclo si compone di soli tre racconti e questi presenti
nella raccolta si concentrano soprattutto nel passato più remoto, raccontati
tutti in prima persona da James, come se li stesse rivivendo in quel momento.
Canaan
nero e I colombi
dell’inferno sono, invece, del ciclo di Kirby Buckner che mescola western
e horror e ambientati nel profondo sud degli Stati Uniti, tra Oklahoma e
Louisiana, dove il voodoo è una realtà e gli scontri razziali sono in agguato.
La
pietra nera e Il fuoco di Assurbanipal sono particolari, perché fanno parte
dei racconti ispirati al Mito di Chtulhu,
resi possibili grazie anche all’amicizia
che legava REH e Lovecraft.
L’orrore
del tumulo, invece, non appartiene a nessun
ciclo, ma è un racconto solitario dove un avido contadino dei primi del
novecento risveglia un antico orrore…
Un
jeopardo antropofago, infine, è un racconto western con
protagonista Bucker J. Grimes di Knife River, Texas, un goffo cowboy che finisce
in un mare di guai. Il titolo si riferisce a Jeopardy ossia “pericolo” ed è alla base di un equivoco in cui
c’entra un pezzo di carta e la poca dimestichezza del protagonista col disegno…
È anche uno degli ultimi lavori di REH a essere pubblicato
prima della prematura morte.
In definitiva è una bella antologia che offre uno spaccato della produzione di un autore
che, come molti altri (tipo Conan Doyle con Sherlock Holmes), ha creato qualcosa che gli è sopravvissuta
spesso eclissando il resto del suo lavoro, che andrebbe invece riscoperto.
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