giovedì 18 gennaio 2018

IL BARBARO E L’ACCHIAPPATOPI- PARTE 1


IL BARBARO E L’ACCHIAPPATOPI- PARTE 1

 


Innanzitutto scusatemi se questo articolo uscirà in ritardo, ma ho avuto problemi di connessione indipendenti dalla mia volontà.

Oggi vorrei parlavi di un duo che ha segnato l’immaginario non solo mio ma anche quello di numerosi nerd.

No, non sto parlando di Batman e Robin, sto parlando delle creazioni più famose di Fritz Leiber:

FAFHRD E IL GREY MOUSER!

Fritz Leiber, noto più come scrittore di Horror e Fantascienza, li inventò negli anni ’30 ispirandosi a se stesso e al suo amico  Harry Otto Fischer.

Le loro avventure sono assolutamente non epiche, ricche di ironia e di cinismo, vissute in prevalenza nel decadente mondo di Nehwon e nell’ancor più decadente città di Lankhmar la più grande del mondo, anche se spesso si spostano al di fuori dei suoi confini e, a volte, anche al di fuori del loro stesso mondo (come ne Il gambetto dell’adepto, ambientato sulla Terra, in medio oriente).

Il ciclo è costituito soprattutto da racconti e da un unico romanzo Le spade di Lankhmar, scritti tra gli anni ’30 e il 1986 e riuniti in varie raccolte.

Fafhrd, il barbaro dall’impronunciabile nome, proviene dalle Solitudini fredde, a nord ed è un armadio d’uomo con capelli e barba rossi che maneggia uno spadone a due mani chiamato Astagrigia e un pugnale lo Spezzacuori che, in realtà, non sono mai le stesse armi ma armi diverse che vengono ribattezzate ogni volta che la precedente viene rotta o persa.

In gioventù, Fafhrd venne educato alla scuola degli Scaldi cantori, perciò egli è anche capace di suonare accompagnando la musica con una voce melodiosa, molto in contrasto con la sua figura.

Il Grey Mouser, invece, è piccolo e agile, vestito di grigio dalla testa ai piedi con veti di pelle di topo e impugna la spada Cesello e il pugnale Zampino che hanno le stesse caratteristiche delle armi del compare. In gioventù fu apprendista di un mago e, quando serve, sa utilizzare qualche trucchetto, pur non amando molto la magia.

Pur essendo il più intelligente e machiavellico dei due, è spesso il Mouser che trascina nei guai entrambi, guai risolti poi spesso dalla praticità del barbaro, che così fesso non è.

Nelle loro avventure non cercano mai la gloria, ma il facile guadagno, scontrandosi con infidi stregoni, altrettanto infidi sacerdoti(spesso non c’è neanche una distinzione netta), comuni cialtroni, pirati, nobili corrotti, furbe cortigiane, altri avventurieri,  alla ricerca di un bottino che non sempre guadagnano e, che quando ottengono scivola loro dalle mani a causa del vizio o di un giro della fortuna.

Molto divertenti, poi, sono i loro discorsi filosofici che vanno dal serio come l’importanza del fato nella vita di una persona o su com’è fatto l’universo, ai discorsi più vacui e oziosi.

Quando si vendono al soldo di qualcuno di rado hanno scrupoli ad accettare (anche perché fanno sempre in tempo a cambiare idea), e questo li porta a incontrare i tipi più stravaganti e, a tratti inquietanti, del loro mondo, come i signori del regno sotterraneo di Quarmall o il popolo dei Topi senzienti sotto Lankhmar e la loro licenziosa principessa.

O come i loro patroni ultraterreni, i due stregoni, rivali tra loro, la telegrafica e brusca Sheelba dal volto senza occhi e il logorroico Ningauble dai sette occhi, che spesso danno loro incarichi che finiscono per metterli l’uno contro l’altro.

Le donne sono uno dei (molti) punti deboli del duo: inseguiti per anni dai fantasmi dei loro primi amori Ivrian e Vlana (e non intendo solo metaforicamente!), cadono, di volta in volta, nelle braccia di principesse, schiave da loro liberate, ladre che a volte li ingannano e a volte li aiutano, senza che questo intacchi mai la loro amicizia.

Degni di nota sono i luoghi delle loro imprese di cui qui parleremo di quella più importante: Lankhmar, detta la Città delle Toghe nere è grande, antica, labirintica e decadente, retta da un re e una nobiltà persa in feste e intrighi che, a volte, coinvolgono i nostri, piena di gilde e di luoghi dai nomi particolari e ironici (tipo la Piazza delle delizie tenebrose, o il Vicolo del Buon mercato, dove c’è la gilda dei Ladri),

oppure la Strada degli dèi, dove si accalcano i templi, tempietti e predicatori degli dei IN Lankhmar, spesso solo espressione della superstizione e della credulità delle masse, più numerosi dei granelli del deserto e della stessa durata di un tormentone estivo. (Cosa molto diversa dagli dei DI Lankhmar, una forza molto più reale, potente e oscura).

Ok, per oggi la finiamo qui. nella prossima puntata termineremo il giro nel mondo di Nehwon e le considerazioni finali. Alla prossima!

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