OSSIAN DI
SEPPIA
Prima cosa: Montale non c’azzecca un acca con il
resto dell’articolo. Solo, mi piaceva il gioco di parole.
Seconda cosa: secondo
Wikipedia , Ossian era un mitico bardo, paragonabile
a un Omero del nord Europa, diventato famoso grazie a James MaCpherson che diede alle stampe i suoi versi sostenendo di
averli ritrovati e poi tradotti, sollevando più di una perplessità negli
studiosi. E questo un po’ c’entra con l’articolo.
Nel
1995, la Star Comics
pubblicò un fumetto realizzato dalla coppia di autori nostrani Martino Barbieri e Patrizia Mandanici:
Ossian, che durò soltanto 8 numeri più
uno speciale numero 0 che faceva da
prequel.
L’assunto è semplice: circa tremila anni fa una razza aliena
chiamata Fomoriani, arrivò sulla
Terra attraverso un portale chiamato Nesso
dimensionale. Avevano spedito molti di questi portali attraverso tutta la
galassia e permettevano di collegare il loro mondo natale con i vari mondi
raggiunti dai vari nessi. I Fomoriani erano giganti alti tre metri, dotati di tutte le capacità psicocinetiche più
comuni (telepatia, telecinesi, ecc.) ed erano anche mutaforma e si divertivano a cacciare e mangiare le varie tribù
umane che incontravano, depredando il pianeta delle sue risorse, nel frattempo.
Dato che erano mutaforma erano capaci di accoppiarsi con qualsiasi essere
vivente e ben presto nacquero diversi
mezzosangue, di aspetto umano ma dotati di tutti i poteri degli invasori,
e cacciati da tutte le tribù.
Ma le cose cambiavano:
sul pianeta madre alcune tradizioni più cruente venivano abbandonate, e uno di loro, Lug, appena arrivato sulla Terra, portatore di queste novità, riunì
alcuni mezzosangue, fondando la casta dei druidi
e capeggiando una rivolta che portò alla sconfitta degli invasori e alla
chiusura del portale. Alcuni alieni scapparono, tuttavia, al massacro, e si
riorganizzarono, reclutando altri mezzosangue e dando il via a una guerra
sotterranea che dura tutt’oggi e che ha influenzato la storia umana.
Questa lunga premessa
per spiegare le origini del protagonista: Ossian
McHide, famoso sensitivo di New Orleans e, in segreto, druido con il
compito di essere l’attuale guardiano
del Nesso, nascosto dopo la guerra. Con lui vive Mcpherson, ex terrorista dell’IRA, sopravvissuto a uno scontro tra
fomoriani e druidi, grazie anche al fatto di risultare immune ai comandi subliminali degli alieni. Reclutato poi a forza
in un esercito segreto delle Nazioni Unite sotto il comando del Maggiore
Craver, sotto la minaccia della pena capitale.
All’inizio della storia
si unisce a loro anche Bryan, nipote
di Ossian, figlio di sua sorella Sheila,
uccisa dai nemici nel primo numero.
Alternando passato e
presente questa miniserie ci porta dentro un mondo nascosto dove tutto ciò che sapevamo, in realtà, è falso
e riscrive la storia (come l’allusione che la bomba atomica di Hiroshima, in realtà, fosse collegata al conflitto
tra druidi e Fomoriani).
Dal triangolo delle
Bermuda alla Londra di oggi, attraverso combattimenti
sanguinosi, anzi, letteralmente splatter, echi Lovecraftiani neanche tanto
velati (tipo la tana dell’Antico nel
numero 5, o l’intero numero 4) e alcune citazioni che non t’aspetti (I Simpsons!!!), Ossian e i suoi amici
sono costretti a sventare un articolato complotto che infliggerebbe alla
fazione dei Druidi un duro colpo.
Non male anche la scelta
di utilizzare persone reali, come l’allora segretario dell’ONU Boutros Ghali e i depistaggi mediatici
alla X Files tanto cari ai complottisti più incalliti, e un plauso a come gli
autori riuscirono a reinventare i miti
celti, declinandoli in salsa fantascientifica .
Ci rimasi male quando la
serie chiuse. Ossian era un personaggio
interessante, molto più complesso di quello che poteva sembrare e con
diverse ombre, derivanti tutte dal suo compito di guardiano (illuminante il
dialogo con il druido Clayton: «Non ti sorge il dubbio, a volte, su chi siano
veramente i “cattivi” in questa storia?»
«Continuamente»).
I comprimari non erano
da meno, capaci di soffrire, avere paura, in
pratica molto umani e raramente ridotti a semplici comparse.
Fu una di quelle piccole
sfide italiane che ogni tanto regalano qualche sorpresa, ma che non venne
premiata dalle vendite.
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