PALEORECENSIONI:
CAPITAN AMERICA 1990
Tempo fa, cazzeggiando per internet, ebbi la fortuna (?) di
trovare questo:
Esatto! Non molti sanno che, nel 1990 la Marvel permise realizzazione la
produzione di questo film prodotto dalla 21st
Century Film Corporation.
Il film si segnala per la presenza nel cast della giovane
promessa Matt Salinger, figlio di J.D. Salinger (avete presente il libro
Il giovane Holden? Esatto, proprio quello).
La trama, in soldoni è questa: durante la 2° guerra mondiale
fascisti e nazisti rapirono un talentuoso bambino Italiano di nome Tadzio(!?) e lo sottopongono a un
esperimento di potenziamento che lo rende più forte e malvagio e lo sfigura in
volto trasformandolo nel criminale Teschio
rosso (Ca@@#, ma non è la stessa trovata che hanno usato nell’altro film 40 anni
dopo?).
La dottoressa presente all’esperimento, inorridita, scappa
negli USA e migliora la formula creando Capitan
America.
Nella sua prima missione il buon capitano viene però legato
a un missile puntato sulla Casa Bianca. Un attimo prima dell’impatto riesce
però a deviare la traiettoria, momento
che viene ripreso da un bambino con la sua macchina fotografica. Cap
precipita in Alaska dove rimane in ibernazione.
Liberato da alcuni esploratori ritorna nel mondo moderno
giusto in tempo per andare a salvare il Presidente degli Stati Uniti rapito da
alcuni criminali. Arrivato in Italia scoprirà che il Presidente era lo stesso bambino che lo aveva fotografato anni
prima e che il capo dei criminali è niente
popò di meno il Teschio rosso che con una (orribile) plastica facciale si è
reso irriconoscibile (visti i risultati avrebbe fatto meglio a tenersi la
faccia da teschio).
Lo scontro finale sarà inevitabile.
In questo capolavoro girato prima del film con
Chris Evans e Hugo Wearing e ingiustamente sottovalutato ci sono molti elementi che
fanno gridare d’entusiasmo:
la
tuta imbottita di muscoli finti del capitano con tanto di addominali in rilievo;
dopo la trasformazione, quando Steve Rogers gira in borghese,
indossa sempre una camicia attillata
anche questa imbottita, ma talmente bene che quasi non si nota, ma proprio per
niente;
i fascisti
italiani, che in nessssun modo sono
macchiette in stile sturmtruppen;
Le origini del Teschio, che dal tedesco Johann Schmidt diventa il pianista italiano Tadzio (machecazz…) de Santis;
Francesca
Neri
nel ruolo intenso e drammatico di Valentina
da Santis, anche qui nientepopòdimenoche la figlia del Teschio rosso(lo metterà sul curriculum?);
La
stessa attrice usata per la parte della fidanzata del capitano durante la
guerra e la di lei nipote quarant’anni dopo(geni! Lo penso davvero, non
scherzo!)
Che dire? Spero che un giorno questa pellicola venga
rivalutata, e possa conquistarsi il posto che merita al fianco di opere
immortali come Quarto potere, Il
dittatore e Via col vento.
Un ultima cosa: quando lo vidi, qualche annetto fa lo potei
guastare su Youtube per intero in italiano. Ho cercato di rintracciarlo, ma non
ci sono riuscito.
Per chi vuole gustarselo(?) ci sono due modi; se sapete l’inglese potete vedervelo in
lingua originale QUI, oppure in
italiano, ma diviso in 7 video QUI.
Buona visione!
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