mercoledì 22 novembre 2017

Paleorecensioni: Fantastic Four 1994


PALEORECENSIONI: FANTASTIC FOUR 1994

 

La paleorecensione di oggi è un po’ particolare, perché riguarda un film che, in teoria, non dovrebbe esistere!

Parliamo del Fantastic Four del 1994, diretto da tal Oley Sassone e prodotto dal re degli horror a basso costo Roger Corman.

La storia della sua lavorazione è complicata, tanto che sembra essa stessa uscita da un copione.

A quanto pare negli anni ’80 il produttore tedesco Bernd Eichinger comprò i diritti per un film sul quartetto. Non riuscendo a metterlo in cantiere, ma senza voler rinunciare a perderne i diritti, girò il progetto a Roger Corman che, da consumato professionista qual è,  riuscì a mettere in cantiere il film in quattro e quattr’otto, con però un budget limitato, com’era nel suo stile.

Ed è qui che iniziano a divergere le testimonianze.

Per anni i vari protagonisti affermarono che Eichinger avesse deciso a tavolino che il film non sarebbe mai comunque essere distribuito. Tutti gli altri, dagli attori ai tecnici, erano convinti di lavorare a una produzione vera.

Dopo molti anni, invece, è cominciata a circolare un’altra versione: che non si fosse fatto uscire il film per la sua intrinseca scarsa qualità (nel 1989 e successivamente nel 1992, erano usciti i film ad alto budget del Batman di Tim Burton, riscuotendo un incredibile successo) e Avi Arad, che aveva appena comprato la Marvel credeva che un prodotto del genere avrebbe affossato tutti i film successivi.

Quale che sia la verità, alla fine tutte le copie furono distrutte, tranne qualcuna che fu salvata da qualcuno e iniziò a circolare sottobanco sul mercato dei VHS pirata, consentendoci di vederlo.

Ma, tornando a noi, com’è il film?

Nonostante tutto, passabile. Se togliamo gli effetti speciali ridicoli, frutto del basso budget, la capigliatura patinata di Johnny Storm, alcuni personaggi inutili, qualche recitazione sopra le righe e qualche buco di sceneggiatura qua e là.

L’unica cosa davvero positiva è il montaggio, rapido e senza momenti morti, che rende frenetica l’azione e ti impedisce di fermarti a riflettere su cosa stai vedendo.

La storia inizia dieci anni prima dove i brillanti compagni di università Reed Richards e Victor von Doom stanno lavorando a un esperimento durante il passaggio di una cometa che fallisce uccidendo in apparenza Victor la cui salma è trafugata da due loschi individui.

Reed vive insieme al suo amico Ben Grimm da una affittacamere, la signora Storm, che ha due figli: il piccolo Johnny e la maggiore, l’adolescente Susan detta Sue, innamorata di Reed.

Dieci anni dopo la cometa ripassa. Reed, che nel frattempo è diventato un famoso scienziato, costruisce una navicella per andare a intercettare la cometa e ripetere l’esperimento fallito anni prima.

Per farlo ricostruisce la vecchia squadra, con Sue e Johnny cresciuti e la prima diventata una splendida ragazza.

Quello che non sanno è che il diamante grezzo che alimenta la navicella è stato sostituito da una copia dal Gioielliere, un inquietante personaggio che vive nelle fogne ed è a capo di una banda di straccioni (e che ricorda un po’ il Pinguino di Batman returns).

Il Gioielliere è anche innamorato di Alicia Masters, una scultrice cieca che successivamente fa rapire per farne la sua regina e darle in dono il diamante.

Quello che non sa è che Alicia è già innamorata: aveva incontrato per caso Ben prima dell’incidente e tra i due era scattato  qualcosa.

Il quartetto parte e avviene l’incidente a causa del falso diamante che esplode al contatto con i raggi cosmici distruggendo la navicella.

I quattro precipitano a terra, all’apparenza illesi, mentre il mondo li considera morti. Qui vengono prelevati dai militari che li esaminano scoprendo i loro incredibili poteri, e con Reed che giura a Ben, diventato la mostruosa e rocciosa Cosa, di aiutarlo a tornare normale.

Col tempo i 4 iniziano a diventare impazienti e a sospettare qualcosa, riusciti a fuggire scoprono di essere, in realtà, nelle mani del Dr Doom.

Scampati a un agguato, ritornano a New York, al Baxter Building, dove Ben “La Cosa” lascia gli altri convinto che la sua vita sia ormai rovinata per sempre.

Intanto, i due che avevano portato via Victor anni prima adesso lavorano per lui, e rintracciano il Gioielliere tentando, senza successo, di sottrargli il diamante, che serve anche al Dr Doom per completare un suo marchingegno.

Vagabondando per i bassifondi, ben incappa nei tirapiedi del Gioielliere, che lo portano dal loro capo, mentre intanto Reed e gli altri scoprono che Victor è ancora vivo.

Lo stesso Victor von Doom fa irruzione nel covo del Gioielliere con i suoi uomini prendendosi il diamante e anche Alicia, che dice a Ben di amarlo ritrasformandolo in essere umano. In quella forma Ben è costretto a scappare, non potendo affrontare Doom e i suoi scagnozzi e dalla rabbia si ritrasforma.

Doom contatta gli altri tre avvertendoli che ha la ragazza e anche il diamante che userà per costruire un cannone a raggi per distruggere New York (il perché non l’ho capito. Capisco meglio l’inglese scritto rispetto a quello parlato, mi dispiace.)

Ben ritorna giusto in tempo, Reed e Sue si confessano il loro amore e il fantastico quartetto si forma per poi partire a bordo di una navicella creata da Reed con destinazione Latveria, la patria di Victor, indossando per la prima volta i costumi creati da Sue.

Arrivati al castello vengono intrappolati con facilità ma, altrettanto facilmente, riescono a liberarsi e a ingaggiare la battaglia finale.

Prima di scappare, Doom aziona la sua arma mortale puntandola su New York, come aveva promesso. La Torcia umana parte e vola per la prima volta per intercettare il raggio prima che colpisca la città. Ben e Alicia si ritrovano, mentre Mister Fantastic e Dr Doom hanno il loro confronto. Victor cade dagli spalti del castello e prega Reed di salvarlo. Lui lo fa, ma il guanto dell’armatura si fila e Victor von Doom precipita nell’abisso, anche se alcuni dettagli suggeriscono che sopravviva.

La scena finale mostra il matrimonio tra Reed e Susan, con un imbarazzante braccio finto allungato che spunta dall’auto salutando tutti.

Che dire?, Boh, forse è stato meglio così, o forse si sarebbe potuto migliorare, non lo so. Il link lo trovate QUI.

Il film, purtroppo esiste solo in inglese, però più o meno si capiscono tutti i passaggi senza problemi. Alla prossima paelorecensione!

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